All'attacco di Morese di Fratelli d'Italia sull'arrivo di nuovi migranti replica la Consigliera comunale Baldassarri
Fratelli d'Italia torna ad attaccare sul tema dei migranti, con una nota del coordinatore di Porto San Giorgio Emanuele Morese. Ma la risposta da parte della maggioranza non si è fatta attendere. È la Consigliera comunale Elisabetta Baldassarri, da anni impegnata su questa fronte, a replicare alle accuse della destra sangiorgese.
Ricostruiamo, quindi, la querelle. Morese, dopo aver appresto la notizia dell'arrivo di nuovi profughi attraverso il Progetto SPRAR Sconfinamenti Porto San Giorgio, aveva parlato di svendita del territorio “a gente che guadagna sulle disgrazie degli immigrati”.
“Qualche settimana fa - aveva rimarcato il coordinatore di FdI - abbiamo interrogato l’Assessore alla sicurezza Vesprini e quello alle politiche sociali Gramegna, per conoscere lo stato in cui verte la nostra città per far fronte all’emergenza di nuovi arrivi. Come sempre non è arrivata alcuna risposta. Meglio pensare ai campi da calcio e alle mense scolastiche. Adesso leggiamo sui giornali che arriveranno nuovi rifugiati con problemi psichici e la cittadinanza non viene nemmeno rassicurata sulla questione. Loira è un irresponsabile, scambia Porto San Giorgio per un villaggio turistico tralasciando le grandi questioni che investono la nostra città. Per 5 anni lo abbiamo sentito parlare di piazze e piazzette, giardini, mercatini e di ogni altro genere di frivolezze, ma nessun intervento è arrivato sui veri problemi. Il porto è bloccato, il ripascimento della spiaggia fuori tempo e con mille difficoltà e adesso la grana dell’accoglienza fuori controllo”.
“Se dalla stampa leggiamo che siamo in difficoltà sulla sicurezza perché le forze dell’ordine non hanno i numeri per garantire il giusto controllo, come facciamo ad accogliere nuovi immigrati che sappiamo di non poter minimamente controllare? La Giunta deve prendere una posizione.
Poi l'affondo rivolto alla Giunta: “Se volete riempire Porto San Giorgio di immigrati ditelo a chiare lettere ma almeno provvedete a garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Abbiamo posto delle domande semplici. Quanti sono i rifugiati accolti nelle strutture sangiorgesi? Quali sono le strutture sangiorgesi? Chi gestisce questo progetto di accoglienza nello specifico e come fanno a garantire la sicurezza sia per i cittadini che per gli immigrati? Quale progetto stanno portando avanti per promuovere un qualsivoglia tipo di integrazione? La città vuole risposte”.
“Non ci si venga a dire che siamo razzisti perché noi puntiamo il dito contro quel meccanismo che vede italianissimi lucrare sui poveri cristi che arrivano qui fuggendo dalla guerra - aveva concluso lo stesso Morese -. Lo stato mette a disposizione più di 30 euro ad immigrato, fregandosene degli italiani. Loira prenda una posizione e rassicuri la città, perché a Porto San Giorgio fa il sindaco e non il capo villaggio”.
Dalla Baldassarri, a distanza di poche ore, la risposta. “Mi sembra di ritrovare nell’intervento di Morese, come spesso è accaduto in queste settimane nel nostro territorio, l’affermazione 'Non sono razzista ma' sentita più e più volte nel commentare il tragico episodio avvenuto a Fermo. Fa ancora più impressione che, notizie sicuramente false, dettate 'spero' dalla mancanza di conoscenza sui progetti di accoglienza sul nostro territorio, siano divulgate da chi ambisce ad amministrare una città”.
La stessa Baldassarri ha poi ripercorso la storia dello Sprar di Porto San Giorgio, attivo dal 2004. “Il Comune è titolare, finanziato dal Ministero degli Interni attraverso il fondo nazionale delle politiche dell’asilo (obbligo questo che viene dall’Unione Europea); attualmente il progetto Sprar è destinato a 5 richiedenti asilo maggiorenni con problematiche di tipo psichico (da notare come nell’intervento di Morese si cerchi di far passare la facile equazione problemi psichici = problemi di sicurezza). E’ stato approvato dal Ministero dell’Interno un nuovo progetto, non ancora partito, che sarà gestito dalla Cooperativa RES in collaborazione con il CVM per l’accoglienza di 20 richiedenti asilo maggiorenni (15 uomini e 5 donne); tengo a precisare che si tratta di un progetto rivolto a persone senza problematiche di tipo psichico, che saranno alloggiati in appartamenti distribuiti nella città”.
Il contributo che gli enti gestori riceveranno? “Andrà dai 35 ai 40 euro per ospite. Ogni richiedente asilo ospitato riceverà, al contrario di quello che dice Morese e di quello che certi politicanti vogliono far passare, 3 euro al giorno per un totale di 90 euro mensili (pocket money), il resto della quota è destinato alla gestione del progetto (ovvero, stipendi per gli operatori, ecc.), tra l’altro nei progetti SPRAR tutto debitamente rendicontato”.
Un clima sempre più avvelenato da una propaganda incessante, anche a Porto San Giorgio. “Si parla di emergenza - ha aggiunto la Baldassari - ma bisognerà smetterla di parlare di emergenza, è uno stato di fatto con cui facciamo i conti da anni e con cui faremo i conti ancora per molto. Invece di soluzioni tampone occorre elaborare una strategia complessiva che riguarda il salvataggio, l’accoglienza e il percorso su cosa fare con queste persone. Un’emergenza reale dovrebbe durare poco. Stiamo accogliendo delle persone ed è nostro dovere farlo, ma se non siamo in grado di capire dove andiamo, come mettiamo in gioco istituzioni, servizi, comunità, avremo pesanti conseguenze: non si può lasciare questo fenomeno a se stesso, alla buona volontà”.
Sul “cosa fare”, la Baldassari prova ad avanzare alcune proposte, evidenziando anche i limiti del sistema di accoglienza. “La via più lungimirante da intraprendere è quella della pianificazione di grandi politiche nazionali e sovranazionali e di importanti investimenti: in economia e intelligenza, in cooperazione internazionale e accordi bilaterali, in progetti di partenariato e in corridoi umanitari, in piani di reinsediamento e di ammissione umanitaria. È certamente tutto assai arduo, ma l’ostacolo principale non è la complessità dell’impresa e i lunghi tempi che richiede. L'ostacolo vero è di natura culturale e coincide proprio con il mancato riconoscimento di quel presupposto e con le profonde implicazioni politiche che ne derivano. Tra esse è determinante l’assenza di una linea europea sull’asilo comune a tutti i Paesi e, ancor prima, quella di un sistema che eviti ai richiedenti protezione la necessità di quei viaggi così insidiosi e letali sia via mare che via terra”.
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Carlo
01-08-2016 13:21 - #4Progetto Sprar
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31-07-2016 16:06 - #1